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28 ottobre 2022 SS. Simeone e Giuda, ovvero della “speranza”.
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28 ottobre 2022 SS. Simeone e Giuda, ovvero della “speranza”.

“Speranza” è la parola che sale dal cuore al risveglio. Capisco quanto mi fosse estranea una volta, questa parola, quanto invece sia la stella di oggi, per me e per il nostro tempo. La speranza è sentire bello il futuro. Invece tutti abbiamo l’impressione di un declino, il timore di una catastrofe; sociale, politica, economica, morale, fisica, spirituale, cosmica … Dopo avere aperto l’icona e la chiesa, col rito dei cancelli, della accensione luci, i ceri, e aver preparato colazione per mamma, (come è tenero questo gesto: dopo una vita in cui lei ha preparato la colazione per me, io ora, lei 91enne, la preparo per lei) prego, cercando nelle espressioni della liturgia qualcosa intorno alla “speranza”. Mi colpisce nell’invitatorio il riferimento all’Esodo: la nostra vita è un viaggio, di fuga e verso una patria, in mezzo a pericoli, fatiche e minacce, costantemente accompagnati dalla presenza e azione divina: la nube di giorno e la colonna di fuoco di notte. Poi nell’inno delle Lodi, in riferimento agli Apostoli, si dice: “che adunaste la chiesa col sangue e la parola”. Il “sangue” è elemento essenziale del nostro servizio e destino. Non solo fatica ma anche sofferenza e morte … Poi la domanda che Giuda fa a Gesù, eco delle tante simili in noi: “Perchè ti devi rivelare a noi e non al mondo?” Perchè tanti non credono e sembra la fede allontanarsi sempre di più dalle anime? Risponde Gesù: “Chi mi ama osserverà la mia parola, e anche il Padre mio lo amerà, e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Pensando a queste cose, ispira annunciare oggi Gesù, “in modo opportuno e importuno”, saluto la prima persona che vedo entrare in chiesa, ancora avvolta nel buio della notte. “Che brava!” le dico … “Sono molto contenta di essere qua” risponde, sorridendo, col rosario in mano; mi chiamo Rut, come il personaggio della bibbia …”. La speranza diventa comunicazione, irradiazione di letizia. Riprendo il servizio ricordando il salmo 62. “Così nel tuo Santuario ti ho cercato, ricordando la tua potenza e la tua gloria”. Sono nel Santuario di San Luca, il mio compito è cercare il volto di Dio, la sua potenza e gloria, incorniciata da un senso poetico, dalla bellezza delle forme e dalle creature, piccole e grandi, di questo dolce luogo.

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